• 17/11/2025

Di cosa si è parlato ai Cambridge Day autunnali 2025

Dal 27 ottobre al 14 novembre si è svolto il consueto giro autunnale dei Cambridge Day 2025: un ciclo di otto conferenze esclusive che ha attraversato l’Italia da nord a sud e da sud a nord, toccando le città di Cuneo, Bergamo, Arezzo, Roma, Napoli, Catania, Padova e Milano. Oltre 1700 docenti di inglese hanno preso parte a questa edizione, confermandola come uno degli appuntamenti più attesi nel mondo ELT.

Eri tra i partecipanti e desideri un breve riassunto o i link alle risorse citate dai nostri relatori? Oppure non hai potuto essere con noi ma vorresti avere un assaggio di ciò che è stato discusso? In ogni caso, sei nel posto giusto! Scopri i contenuti principali di questa edizione dei Cambridge Day e porta con te tutti i consigli più preziosi!

L’edizione di quest’anno ha ospitato tre relatori d’eccezione: Ben Goldstein, autore del nuovo libro 30 Ideas on Inclusion in ELT; Claire Ross, che ha parlato di integrazione della valutazione nella didattica; e Sarah Ellis, che ha guidato i partecipanti tra opportunità e sfide dell’Intelligenza Artificiale nell’insegnamento e nella valutazione linguistica.

Ripensare l’inclusione

Nella sua sessione, Ben Goldstein ha invitato gli insegnanti a ripensare l’inclusione come una pratica quotidiana e profondamente connessa al benessere della classe. Ha iniziato chiarendo il linguaggio necessario per affrontare il tema di modo accessibile e condiviso, ricordando come l’inclusione non possa essere ridotta alla sola sfera dei bisogni educativi speciali. Al contrario, ha proposto una visione ampia in cui la variabilità degli studenti è considerata la norma e le modifiche alla didattica dovrebbero beneficiare a tutti, non solo a chi rischia l’emarginazione. Partendo da questa prospettiva olistica, ha illustrato quattro strategie pratiche tratte dal suo libro 30 Ideas on Inclusion in ELT:

  1. La possibilità di offrire scelta: dalla modalità di presentazione dei compiti, alla composizione dei gruppi, fino allo spazio in cui sedersi.
  2. La costruzione di una comunità attraverso strumenti come i classroom contracts, documenti flessibili scritti insieme agli studenti per definire e negoziare regole condivise.
  3. L’uso della lingua degli studenti, non solo come supporto pratico, ma come forma di riconoscimento della loro identità e ricchezza culturale; da qui la proposta di mappare le lingue presenti in classe all’inizio dell’anno.
  4. Sviluppare l’empatia: raccontare storie significative, utilizzare strumenti come gli “appreciation circles” e attingere a risorse come Stories that Move aiuta a costruire consapevolezza e solidarietà.

Ben ha concluso il suo intervento ricordando che l’obiettivo ultimo dell’inclusione è il senso di appartenenza. Non servono rivoluzioni metodologiche: piccoli gesti di cura, interesse e gentilezza possono cambiare profondamente il modo in cui ogni studente vive la classe.

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Ben Goldsten durante la sua sessione a Bergamo

Il curioso caso della didattica e della valutazione

Nella sua presentazione, Claire Ross ha mostrato come un approccio integrato di didattica e valutazione possa diventare un potente alleato nella crescita degli studenti. Ha evidenziato la necessità di superare la percezione della valutazione come momento separato o conclusivo, dimostrando come ogni fase della lezione possa fornire dati preziosi sull’apprendimento. Claire ha iniziato illustrando come la definizione di criteri per il successo prima di un’attività aiuti gli studenti a comprendere non solo ciò che devono fare, ma soprattutto come svolgerla in modo produttivo. Coinvolgerli nella formulazione dei criteri li rende più consapevoli e facilita un feedback realmente utile dopo il task. Ha poi mostrato come i test e i compiti possano diventare strumenti di riflessione: coinvolgere gli studenti nella valutazione, analizzare insieme gli errori ricorrenti e utilizzare i dati digitali, quando disponibili, permette di trasformare la valutazione in apprendimento attivo. Un terzo elemento riguarda l’importanza delle attività quotidiane in classe: tecniche comuni come eliciting, concept checking, drilling o il semplice monitoraggio, se usate con intenzione e attenzione, forniscono un flusso continuo di evidenze sulle competenze linguistiche. Claire ha anche posto l’accento sul valore di una regolare esercitazione della strategia di retrieval practice, mostrando come attività come 321 Challenge o Odd One Out aiutino a consolidare il lessico e rendano visibile il progresso. Infine, ha illustrato strategie per sostenere l’autovalutazione e la riflessione, includendo strumenti tratti dal Cambridge ILA Ideas Pack come il bullseye review o gli exit tickets. Nel complesso, la sua sessione ha dato ai docenti una serie di strumenti concreti per leggere la valutazione come ponte, e non come barriera, tra insegnamento e apprendimento.

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Claire Ross durante la sua sessione ad Arezzo

Intelligenza Artificiale nell’insegnamento dell’inglese e nella valutazione: opportunità e sfide

Nella sua sessione, Sarah Ellis ha guidato i partecipanti attraverso il ruolo crescente dell’Intelligenza Artificiale nell’insegnamento e nella valutazione dell’inglese, sottolineando l’importanza di comprenderne sia il potenziale sia i rischi di questa tecnologia. Sarah ha chiarito fin da subito che l’IA non sostituisce l’insegnante, ma può arricchire l’esperienza didattica se viene utilizzata con una chiara intenzionalità pedagogica. Per questo, ha invitato i docenti a interrogarsi sul “perché” prima del “come”. La sessione ha esplorato numerose opportunità: dalla creazione e adattamento rapido di materiali didattici, all’uso dell’IA per generare spunti, controllare strutture grammaticali o proporre attività mirate alla personalizzazione dell’apprendimento. Allo stesso tempo, Sarah ha analizzato le principali criticità: integrità accademica, possibili bias, rischio di indebolire competenze fondamentali, scarsa trasparenza di alcuni sistemi, questioni legate alla proprietà intellettuale e impatto ambientale. In ambito valutativo, ha suggerito di spostare l’attenzione dal prodotto finale al processo, mantenendo sempre un forte coinvolgimento umano nella revisione e nell’interpretazione dei risultati. Una parte importante della sessione è stata dedicata all’AI literacy, una competenza chiave per studenti e docenti del futuro. Saper comprendere il funzionamento dei sistemi, formulare prompt efficaci, valutare le risposte in termini di affidabilità e individuare eventuali pregiudizi sono abilità essenziali per un uso consapevole. Sarah ha poi proposto alcune strategie pratiche: integrare attività che sviluppino il pensiero critico, la collaborazione e la digital literacy; usare l’IA come punto di partenza per discutere scelte etiche; creare momenti di sperimentazione controllata che permettano agli studenti di capire cosa l’IA può fare e cosa non può fare. Questa sessione ha ribadito l’importanza di valorizzare le capacità umane – creatività, empatia, giudizio – che nessuna tecnologia può sostituire, preparando gli studenti a un mondo in cui l’IA sarà parte integrante dei percorsi educativi e professionali.

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Sarah Ellis durante la sua sessione a Napoli

Ci rivediamo fra pochi mesi?

I Cambridge Day di questo autunno 2025 hanno rappresentato un viaggio ricco di idee, riflessioni e ispirazioni, reso possibile grazie alla partecipazione di centinaia di insegnanti che ogni giorno fanno la differenza nelle loro classi. Un sentito grazie a tutti coloro che hanno preso parte a questi incontri e che continuano a far crescere la comunità Cambridge con il loro entusiasmo e la loro professionalità. L’appuntamento è già fissato: i Cambridge Day torneranno a febbraio 2026 in quattro date esclusive. Non vediamo l’ora di incontrarvi nuovamente!

Autore: Gabriele Scollo – Content Marketing Executive, Cambridge University Press & Assessment, Italy

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