L’inclusività è un tema caldo di questi tempi, ma troppo spesso ci si focalizza su consigli e strategie specifiche per aiutare i singoli studenti. Se certamente può essere utile considerare ciascuno studente nella sua unicità e fornirgli un piano di apprendimento personalizzato, questo approccio può essere difficile da implementare in quanto richiede tempo – e tutti sappiamo quanto può essere piena la giornata di un insegnante!
Scegliere un approccio abbastanza flessibile da andare incontro ai bisogni di tutti gli studenti è una strategia di gran lunga migliore per una classe inclusiva. Un approccio del genere esiste e si chiama inquiry-based learning (IBL).
L’IBL è un approccio che mette lo studente al centro e parte da una domanda essenziale. Gli studenti indagano l’argomento per trovare la risposta alla domanda, sviluppando la lingua e altre competenze durante la ricerca. Lo studente ha quindi un ruolo attivo sia nel proprio processo di apprendimento che in quello decisionale.
Al centro dell’inquiry-based learning c’è la curiosità e il desiderio di scoprire di più. In particolare con gli studenti più giovani, questo approccio fa leva sulla loro natura curiosa, permettendogli di imparare e usare l’inglese in contesti reali e significativi.
Nel mondo dell’apprendimento linguistico esistono tanti approcci, ma non tutti fanno al caso di ogni singolo studente. L’IBL permette agli studenti di prendere diverse strade, a seconda dei loro interessi e delle loro inclinazioni.
Trattandosi di un approccio così flessibile, l’IBL può davvero funzionare per tutti. Se lo implementiamo correttamente, disporremo di un approccio multimodale che offre tantissime opzioni per apprendere in modi diversi.
L’apprendimento della lingua diventa reale: gli studenti ricercano un argomento al quale sono davvero interessati e il linguaggio che incontrano nel processo li aiuta a scoprire nuove informazioni che non avevano prima.
L’essenza dell’IBL è di imparare qualcosa di nuovo facendo domande. Innanzitutto, gli studenti devono identificare quello che sanno già e quello che non sanno. Questa parte del processo li aiuterà a formulare nuove domande, di cui non conoscono la risposta – e trovare risposte alle proprie domande è estremamente motivante!
Se diamo uno sguardo alle statistiche, è probabile che almeno uno studente in una classe sia neurodivergente, ma che cos’è la neurodiversità? Si tratta in realtà di un “termine ombrello” che abbraccia tutti i diversi modi in cui il cervello delle persone può funzionare.
Alcuni studenti avranno un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) come dislessia, ADHD, disprassia, discalculia o un disturbo dello spettro autistico (ASD).
Queste differenze nel modo di apprendere possono implicare che lo studente trovi certi tipi di attività particolarmente difficili. Alcune delle cose con cui potrebbero avere difficoltà sono il prestare attenzione, l’organizzazione, la memorizzazione, la gestione del tempo, la percezione sensoriale o la velocità di elaborazione delle informazioni.
Tutte queste cose influenzano il modo in cui ha luogo il processo di apprendimento. Questo significa che un’attività che potresti considerare semplice, come copiare una frase dalla lavagna o leggere un testo breve, potrebbe essere difficile per alcuni studenti neurodivergenti.
Queste differenze nel funzionamento del cervello però portano con sé anche molti punti di forza, come creatività, pensiero laterale, ingegnosità, empatia e competenze di problem-solving. L’IBL fornisce a studenti e docenti uno spazio per esprimere queste abilità.
L’inquiry-based learning ci permette di concentrare le attività attorno alle competenze individuali di ciascuno studente perché non è legato a un insieme di attività sulla pagina. Una ricerca può essere svolta in una singola lezione o nel corso di un intero anno scolastico, a seconda del livello e del tipo di indagine.
Gli studenti possono trovare informazioni in una vasta gamma di risorse usando diversi media come video, audio e immagini, oltre ovviamente ai testi scritti. La ricerca può anche aver luogo in piccoli gruppi, coppie, individualmente o insieme a tutta la classe.
Una ricerca solitamente segue una serie di fasi che avvengono in un ordine specifico. Queste fasi sono:
Immaginiamo che l’unità nel tuo libro sia sul tema degli animali. Dovrai dare il via alla ricerca con una domanda fondamentale come ad esempio: “How can we protect the wildlife in our local area?”
Puoi iniziare a porre questa domanda e a raccogliere le idee facendo brainstorming. Le scienze dell’apprendimento ci dicono che la conoscenza pregressa è alla base di tutto, quindi usa questa fase per attivare gli schemi e generare nuovo lessico.
Scopri cosa gli studenti sanno già a livello di lingua e contenuti, e anche cosa non sanno. Questo ti aiuterà ad adattare la domanda a seconda del loro livello di conoscenza. Dopotutto, non avrebbe senso svolgere una ricerca a proposito di qualcosa che si conosce già!
Una domanda così vasta può essere spezzettata in domande più ristrette, come:
Gli studenti dovranno reperire informazioni per rispondere a ciascuna domanda, rispondendo così anche alla domanda principale.
Puoi trascrivere queste domande su una bacheca o su un poster. Qui, gli studenti potranno aggiungere altre domande e idee di temi su cui vogliono investigare.
Una volta che gli studenti hanno le loro domande, possono iniziare la loro ricerca. Può essere svolta come compito a casa, o dedicandovi del tempo durante la lezione.
Ci sono tante cose che gli studenti possono fare per trovare le risposte alle proprie domande. Possono consultare libri nella biblioteca scolastica, visitare siti affidabili sugli animali o guardare documentari su YouTube o in TV. Puoi invitare anche un esperto, come un volontario di un canile locale, o addirittura portarli in gita ad esplorare la zona in cui vivono.
Quando hanno tutte le informazioni necessarie, gli studenti decidono come condividere con la classe ciò che hanno scoperto. Se possibile, permetti agli studenti di scegliere. Ad esempio, gli studenti possono:
Nella fase di riflessione, gli studenti riguardano a ciò che hanno fatto e pensano a ciò che hanno imparato e a come lo hanno fatto. La ricerca ha avuto successo? Ecco alcune domande a cui potresti fargli rispondere, come parte del processo di riflessione:
L’IBL è un approccio attivo all'apprendimento in cui gli studenti hanno scelta e voce in capitolo. Vengono motivati ad apprendere perché sono coinvolti nel processo decisionale e questo incoraggia ad assumersi responsabilità per il modo in cui lo fanno. Si tratta di un approccio collaborativo e flessibile, che rende la classe un luogo positivo e inclusivo, in cui gli studenti sviluppano il desiderio autentico di imparare.
Autrice: Michelle Worgan – Educatrice e autrice di materiali
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