Docenti, dirigenti scolastici e studenti si raccontano.
Quando hanno incontrato Cambridge per la prima volta sul proprio cammino personale e professionale?
Perché hanno continuato a sceglierlo, facendolo diventare parte della propria crescita culturale e lavorativa?
Tanti luoghi d’Italia, scuole di ogni grado e livello, esperienze di giovanissimi e di esperti dirigenti di istituti comprensivi, poli tecnologici e licei.
Tanti modi diversi di essere parte della Cambridge Experience in Italia.
«Per il prossimo anno ho scelto una scuola superiore di indirizzo Cambridge, così potrò continuare a crescere nella conoscenza dell’inglese»
Gaia Dominucucci è una studentessa di 13 anni dell’Istituto San Leone Magno di Roma. Frequenta l’ultimo anno di scuola media inferiore, che nel suo caso è una scuola bilingue, italiano-inglese. È una ragazza molto studiosa, e grazie alle certificazioni di inglese vorrebbe un domani esaudire un suo sogno professionale: diventare psicologa. Nel frattempo, l’attende una scuola superiore di indirizzo Cambridge, per proseguire il suo percorso di crescita.
Sono entrata in contatto con Cambridge per la prima volta grazie alla mia scuola, l’Istituto San Leone Magno di Roma, dove già alle elementari si tenevano dei corsi extracurriculari a cui io ho iniziato a partecipare appena ne ho avuto l’opportunità.
Il mio primo corso di preparazione l’ho frequentato quando avevo tra i sette e gli otto anni, in seconda elementare, ma già sapevo di cosa si trattasse, perché mia sorella che era più grande aveva già preso una certificazione Cambridge.
L’inglese mi è sempre piaciuto tanto come lingua, e il fatto di aver trascorso la maggior parte dei miei anni scolastici in una scuola bilingue, mi ha facilitato molto per quanto riguarda gli esami, e per tutto lo studio che c’era dietro.
Prima di ogni esame saliva una grande emozione, ma poi, per fortuna, la preparazione faceva la differenza: mi sono sempre preparata molto, ho studiato e studio inglese con passione.
Sono molto contenta di poter capire, senza troppi problemi, chi mi parla in inglese, e di poter sostenere un dialogo con le insegnanti, o con persone madrelingua: questo mi dà grande sicurezza.
Mi sono resa conto che stavo andando nella direzione che volevo, cioè che stavo veramente imparando ad usare la lingua, quando io e i miei amici siamo stati fermati da un turista inglese.
Eravamo a Viterbo (i miei nonni vivono là e quel periodo ero andata a trovarli), e stavamo in giro, io con i miei amici: questo ragazzo ci ha fermato per chiederci informazioni, ma loro non avevano la minima idea di cosa stesse dicendo, e allora sono intervenuta io in suo aiuto. È stata una bella soddisfazione.
«Ero l’unica che parlasse inglese nel mio gruppo, e ho potuto aiutare quel turista che chiedeva indicazioni: è stata una soddisfazione»
Guardando al futuro, anche se ho solo tredici anni, se penso cosa vorrò fare da grande, credo che mi piacerebbe lavorare con i bambini. Quando anche io ero molto piccola sognavo di poter diventare una maestra d’asilo.
Adesso che ho raggiunto un po’ più di consapevolezza, vorrei lo stesso lavorare con i bambini, ma mi piacerebbe fare la psicologa. Poter studiare ancora inglese mi sarà molto utile, immagino. Per studiare da testi stranieri o poter parlare con tante persone.
Per il momento, visto che ho finito le medie, mi preoccupo del mio futuro imminente. Ho scelto una scuola superiore di indirizzo Cambridge, per accedere alla quale serviva una certificazione di livello C1. Adesso ciò che mi interessa è proseguire questo percorso, darmi tutte le chance possibili.
Intervistata: Gaia, studentessa Istituto San Leone Magno, Roma
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