• 01/07/2020

#TeacherExperiences: Dibattiti e life competences per una classe all'avanguardia

Continuiamo la rubrica #TeacherExperiences con un nuovo contributo della Professoressa Annalisa Di Pierro, dell’Istituto Tecnico Industriale Da Vinci-Fascetti di Pisa, che ci racconta come, grazie ai dibattiti, è riuscita ad innovare il proprio modo di insegnare l’inglese.

Nell’anno scolastico 2017-2018 la mia scuola si è iscritta al Movimento delle Avanguardie Educative e io ho scelto, fra le idee da integrare nella mia didattica, il debate. Ero molto curiosa di sapere come i miei alunni avrebbero accolto quest’attività. Dopo essermi documentata tramite la lettura di vari articoli, esperienze già realizzate e materiali messi a disposizione dai docenti sul sito di Avanguardie Educative, ho proposto l’attività a due classi quinte dell’Istituto Tecnico Industriale in cui insegno. Il dibattito consiste in un confronto fra due squadre di studenti che sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento, discutendo i pro e i contro e schierandosi dall’una o dall’altra parte.

In seguito a questa prima esperienza, molto apprezzata dagli studenti e dai risultati molto incoraggianti, ho ripetuto l’attività con altre classi negli anni seguenti, facendola diventare parte indispensabile della mia metodologia didattica. Quest’anno scolastico, nel primo quadrimestre, ho proposto il debate ad una classe e i ragazzi, che non avevano mai partecipato prima a un’esperienza come questa, si sono entusiasmati tanto da chiedermi di poterla ripetere anche in modalità di didattica a distanza. Ho acconsentito con grande gioia, anche se avevo molte perplessità riguardo lo svolgimento. Gli studenti hanno scelto l’argomento del dibattito, ponendo la domanda: “Does technology make people dumb?”

Prima di iniziare ho mostrato loro quali sarebbero stati i descrittori che avrei utilizzato per valutare gli interventi che sarebbero stati prodotti in lingua inglese, nella loro esperienza di debating in presenza avevamo già concordato gli indicatori necessari per la valutazione, io mi basavo su una griglia trovata nel sito di Avanguardie Educative e le loro proposte non se ne discostavano molto. Gli studenti si sono interrogati, hanno svolto ricerche e hanno dibattuto sull’uso della tecnologia oggigiorno, divisi in squadre ‘pro’ e ‘contro’. La maggior parte della classe si è schierata in favore dell’uso della tecnologia, soprattutto l’uso del computer e del cellulare, giungendo alla conclusione che questi strumenti non sono da demonizzare in quanto tali ma tutto dipende dall’uso che se ne fa. Alcuni si sono espressi contro, condannando l’utilizzo eccessivo da parte dei ragazzi di oggi, mentre chi ha fatto parte della squadra a favore ha evidenziato i lati utili e positivi in tanti campi come per esempio quello medico e scientifico. Un terzo gruppo ha, infine, fatto notare come esistano, sia aspetti negativi che positivi su questo argomento. Al termine dell’attività tutti avevano arricchito le proprie conoscenze sul tema, avevano ampliato la propria visione sull’argomento considerando altri punti di vista e avevano potenziato le proprie abilità così come avevo stabilito nei miei obiettivi iniziali, che riporto di seguito:

  •       Motivare gli studenti all’apprendimento e alla partecipazione attiva
  •       Sviluppare capacità di dibattito, regolato nei tempi e negli interventi
  •       Prendere appunti
  •       Sviluppare spirito critico
  •       Risolvere problemi
  •       Rispettare le idee altrui
  •       Migliorare l’ascolto attivo
  •       Gestire la propria emotività rispetto alla posizione altrui
  •       Accrescere la conoscenza sull’argomento del dibattito, e così maturare un’opinione
  •       Sviluppare la competenza digitale nell’uso del software specifico
  •       Effettuare ricerche online


Quella del dibattito è una metodologia per acquisire
life competences, o competenze trasversali, e per favorire l’apprendimento e l’istruzione tra pari. Ovviamente, a questi obiettivi per chi insegna inglese si accompagnano quelli più strettamente linguistici del migliorare la produzione scritta e orale.

Svolgimento

Durante 6 video lezioni, ognuna di 45 minuti, tutti gli studenti hanno espresso a turno il proprio pensiero sull’argomento, alternandosi fra chi era favorevole e chi contrario. Uno studente per ognuno dei due gruppi aveva l’incarico di prendere nota delle argomentazioni che poi sarebbero state scritte nella chat del software Google Meet che è stato usato per la videolezione. In questo modo tutti potevano tenere nota dei vari interventi e controbattere. Sono stati decisi anche due giudici fra gli studenti che controllavano il corretto svolgimento del dibattito. Gli studenti hanno anche fatto delle ricerche nel web per trovare argomenti di supporto alle loro argomentazioni. Quando il dibattito in videoconferenza è terminato, ho discusso con gli studenti i punti di forza e di debolezza dell’attività, per migliorare lo svolgimento di un’attività simile in futuro e li ho coinvolti nell’autovalutazione del proprio intervento, per fornire loro un ulteriore feedback secondo gli indicatori stabiliti, ho presentato la mia valutazione parziale. In seguito ho chiesto agli studenti di riportare i loro interventi nel software Scriba ePub, dove ognuno ha scritto, nella sua pagina, il proprio testo e qualcuno ha anche registrato un audio con la propria voce, così ho avuto ulteriori elementi da valutare, come la correttezza grafica, lessicale e grammaticale.

Questo strumento digitale è stato molto utile perché gli studenti hanno potuto vedere chiaramente tutto il loro lavoro, organizzato in modo molto sistematico, pagina dopo pagina, alternando gli interventi a favore e quelli contrari, e due arringhe finali che chiudono il dibattito. È possibile poi rendere pubblico il lavoro e generare un link che si può, per esempio, condividere con gli altri insegnanti.

Risultati

I miei timori iniziali che quest’attività con la didattica a distanza fosse di difficile realizzazione, sono svaniti durante il suo svolgimento e ho potuto apprezzare gli effetti positivi che aveva avuto sulla partecipazione attiva degli studenti. I ragazzi sono stati soddisfatti dei risultati ottenuti, perché hanno potuto usare la lingua inglese esprimendo le proprie idee su un argomento scelto da loro stessi e quindi evidentemente di loro interesse, liberi dalla costrizione del libro di testo e mettendo così in pratica tramite la comunicazione tutte le strutture della lingua necessarie per veicolare un messaggio. Hanno imparato che per controbattere e fare valere la propria tesi, bisogna ascoltare gli altri, hanno imparato a rispettare le idee di tutti, anche se non si è d’accordo, hanno imparato che è necessario rispettare i turni di parola. È anche successo che qualcuno che inizialmente aveva sostenuto una tesi, nel corso del dibattito, ha cambiato idea, poiché le tesi dell’altra squadra lo avevano convinto di più, dimostrando capacità critiche e un’apertura mentale tale da non arroccarsi sulle proprie opinioni, ma accettare punti di vista diversi. Anche io come loro, sono stata molto soddisfatta dell’attività, perché ho potuto svolgere il mio lavoro come tutor nella fase del dibattito e come docente, nel senso tradizionale del termine, nella fase di valutazione dell’uso della lingua inglese.

Questo genere di attività è inoltre molto inclusiva perché ha permesso a tutti, anche a chi possiede qualche disturbo nell’apprendimento, o è particolarmente timido, di esprimere la propria idea e sentirsi parte di un gruppo alla pari.

Il mio suggerimento per chi volesse intraprendere un’attività di questo tipo, è quello di lasciare liberi i ragazzi di scegliere l’argomento che vogliono dibattere, o quanto meno di concordarlo con la docente, saranno sicuramente molto più motivati nello svolgere l’attività e sarà inoltre un modo per renderli più responsabili e autonomi.

Autore: Annalisa Di Pierro - Docente, Pisa

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