• 22/05/2020

#TeacherExperiences: buone pratiche di scuola digitale

Continua la nostra nuova rubrica #TeacherExperiences, con una testimonianza della Prof.ssa Luisella Mori, dell'Istituto Tecnico Fermi di Pontedera (PI).

Essendo sempre stata la prof “digitale”, quella che entrava in classe con minimo due dispositivi e tre adattatori, il passaggio alla didattica a distanza non è stato per me traumatico. Insegno in un Istituto Tecnico, l’ITCG “Enrico Fermi” di Pontedera, dove proprio quest’anno siamo partiti con il progetto “Classi prime digitali”, in cui gli alunni portano a scuola il loro iPad, in un’ottica BYOD, e hanno la maggior parte dei libri in formato e-book. Avendo anche la GSuite di istituto, eravamo tutti già provvisti di account di posta istituzionale, con le app di Google a disposizione.

Già dal 9 marzo, a due giorni dalla chiusura, eravamo a pieno regime. Il segreto? Un buon mix di soluzioni sincrone e asincrone, per seguire gli studenti in tutte le fasi dell’apprendimento:

-  Google Meet per le videolezioni, con un uso praticamente costante della funzione “condividi schermo” per proiettare il libro di testo, condividere la lavagna virtuale Jamboard, lavorare su slide e pagine web, ma anche della chat per scrivere le parole chiave o chiarire dubbi al volo,

-    Google Classroom, con tutti gli strumenti che vi si possono integrare, dalle slide ai moduli di Google, per il lavoro asincrono.

E grande chiarezza sulla valutazione, in modo che gli studenti sappiano fin da subito come saranno valutati.

Ovviamente le criticità ci sono state, ma limitate più che altro agli alunni con problemi di connessione o che si sono fatti “vedere” poco durante le attività. Nella maggior parte dei casi tuttavia, la didattica a distanza ha anche permesso di sperimentare un po’ e, soprattutto per le lingue straniere, di aumentare lo “student talking time”, che è sempre un punto dolente della didattica in presenza, a causa di classi spesso troppo numerose o poco disciplinate. Nella mia classe prima infatti, non solo ho optato per lavorare in videolezione a piccoli gruppi, in modo che tutti gli alunni avessero la possibilità di intervenire in diretta e parlare in inglese, ma ho anche proposto varie attività in cui gli studenti dovevano fare video-roleplay, video-recensioni di serie TV, film o libri, o videoricette, oppure trasformare delle presentazioni multimediali in video registrando la propria traccia audio. Gli studenti hanno partecipato con entusiasmo a molte di queste attività, inviando materiali che loro stessi potevano autovalutare, in quanto ho sempre fornito indicazioni precise e una sorta di checklist per permettere loro di controllare di aver inserito tutti gli elementi richiesti. Molto spesso ho inviato loro un videotutorial creato con Loom o con Screencastomatic, in modo da ricordare loro il lessico utile e suggerire uno schema della struttura dell’elaborato che avrebbero dovuto produrre.

Questo, ad esempio, è il tutorial su come fare la video recensione di un film o di una serie TV: 

La valutazione a questo punto diventa un’attività piuttosto naturale da fare, in quanto gli stessi alunni sono consapevoli di cosa viene richiesto loro e ricevono puntualmente un feedback sul loro lavoro. Infatti il più delle volte, se il lavoro inviato non è stato svolto in modo molto accurato oppure se è incompleto, evito di quantificare la mia valutazione in un voto, ma piuttosto invio un commento e suggerimenti per migliorare l’elaborato, dando allo studente la possibilità di rifare il lavoro e presentarlo nuovamente. In fin dei conti il nostro scopo, come insegnanti, non è certamente quello di dare valutazioni negative a chi non raggiunge un certo livello di competenze, ma fare in modo che il successo formativo sia un traguardo raggiungibile per tutti.

Lavorando in questo modo,  non solo si migliorano le competenze linguistiche anche di quegli studenti volenterosi ma con lacune o difficoltà specifiche nelle lingue straniere, ma si sviluppano e potenziano molte altre competenze, estremamente importanti nel mondo attuale, dalle competenze digitali, alle competenze personali, sociali e espressive. I lavori svolti dagli studenti inoltre, vanno a formare un portfolio, poiché ogni studente li inserisce nel proprio “Digital Notebook”, un quaderno digitale creato con Pages di Apple.

Con gli studenti del triennio invece, il lavoro svolto a distanza è stato principalmente su numerosi articoli di attualità, di volta in volta letti e commentati online, sia durante le videolezioni sia utilizzando alcune funzionalità interessanti di Google Classroom, ovvero quella che permette di affidare compiti da svolgere tramite i Moduli di Google. Trattandosi di un triennio ad indirizzo turismo, ci siamo trovati nella situazione quasi paradossale in cui siamo passati dall’affrontare tutti i problemi legati al fenomeno dell’overtourism e del turismo di massa, su cui avevamo lavorato molto nella prima parte dell'anno scolastico, a una situazione in cui il tema principale è stato parlare di come il turismo possa ripartire in una realtà attuale in cui città come Firenze e Venezia sono vuote e le frontiere rimangono chiuse. Da questo punto di vista l’abitudine di lavorare regolarmente con documenti autentici e in particolare articoli di riviste specializzate o quotidiani internazionali ci è venuta in aiuto, e la problematica della crisi profonda del turismo è entrata nella nostra classe virtuale, diventando una delle tematiche da discutere, su cui fare ipotesi e previsioni, ovviamente in inglese!

Guardando al prossimo anno scolastico, è difficile fare previsioni di rientro alla normalità, ma in ogni caso la “normalità” non potrà più esistere, perché tutti, anche i più restii a riconoscerlo, avranno realizzato quanto siano importanti le nuove tecnologie nella didattica, e quando sia possibile stabilire un rapporto significativo con gli studenti anche attraverso uno schermo. Se davvero dovessimo trovarci a fare lezione in presenza mentre l’altra metà è a casa, andranno trovate nuove strategie, ma in ogni caso un modello di interazione flessibile, con lavori da svolgere a livelli diversi a seconda delle proprie abilità, con indicazioni precise sul percorso da percorrere, e con un mix di lavoro sincrono e asincrono saranno sicuramente l’opzione migliore, in attesa che anche in Italia, come avviene in vari paesi europei, le classi vengano “sdoppiate”, per lo meno durante le ore di lingua straniera.

Autore: Luisella Mori - Istituto Tecnico Fermi di Pontedera (PI)

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