• 17/02/2021

Insegnare online e in presenza... contemporaneamente? Parte 2

Nella prima parte di questa serie, Laura Sigworth, nostra senior product marketing manager per l’insegnamento dell’inglese nella scuola secondaria, ha parlato con Daniella, un’insegnante brasiliana, della sua esperienza nell’insegnare a studenti in presenza e online allo stesso tempo. In questa seconda parte, sentiremo cos’ha da dirci sullo stesso argomento Javier, un insegnante spagnolo.

Nonostante le differenze geografiche e nell’età dei loro studenti, Javier fa eco a Daniella quando parla dei vantaggi e delle sfide della “didattica ibrida”, e di come aiutare gli studenti a rimanere in contatto.

Raccontami un po’ la tua situazione attuale

Lavoro in una scuola cattolica con circa 1000 studenti fra i 6 e i 18 anni. Insegno “inglese e media” a studenti fra i 16 e i 18 anni. Come tutte le scuole a Valencia, abbiamo dovuto applicare misure di distanziamento sociale, che significa non avere spazio e risorse per ospitare tutti i nostri studenti ogni giorno. Quindi, per metà settimana, metà classe impara in presenza e l’altra metà da remoto, poi si scambiano.

Com’è una lezione tipica per te?

Inizio lanciando il meeting online e controllando che tutti siano connessi, poi condivido il mio schermo in modo che gli studenti in classe lo possano vedere sullo schermo grande, e quelli online lo vedano da casa. Posso condividere audio, video e le pagine del libro digitale. Quando spiego qualcosa attivo la telecamera così gli studenti da casa possono vedermi.

Quando insegniamo indossiamo la mascherina e ci manteniamo a distanza. Gli studenti devono anche indossare la mascherina, lavarsi le mani ogni volta che entrano in classe e disinfettare i banchi ogni giorno quando arrivano e prima di uscire. All’inizio, pensavamo che questo avrebbe tolto molto tempo alla lezione, ma ora è diventato automatico.

Qual è stato il cambiamento più grande per te?

Siamo una scuola Microsoft, e questo significa che tutti hanno sempre accesso a tutti gli strumenti Microsoft, ma non li stavamo sfruttando al massimo. Adesso abbiamo imparato, e questo ha migliorato molto la didattica!

Quali sono state le sfide principali e come hai dovuto adattare il tuo modo di insegnare per superarle?

Uno dei primi problemi che abbiamo incontrato è stato quello della connessione Wi-Fi, era molto debole all’inizio e abbiamo dovuto potenziarla. 

La seconda sfida è stata quella di spiegare il nuovo sistema agli studenti e ai loro genitori. La percezione prevalente è stata quella che l’insegnamento di persona fosse migliore, e le famiglie erano preoccupate che non ci sarebbe stato abbastanza tempo per preparare gli studenti agli esami di fine ciclo. Ora credo che le famiglie abbiano capito che ci sono anche vantaggi in questo tipo di didattica.

Dividere le classi fa lavorare gli studenti di più perché sono più controllati e, se si trovano in quarantena, non sono costretti a perdersi le lezioni. Inoltre, hanno dovuto sviluppare un maggior senso di responsabilità e rimanere più concentrati. I miei studenti che hanno scelto di fare l’università l’anno prossimo, dovranno probabilmente seguire lezioni online per il primo anno, quindi stanno già imparando ad usare alcune delle app e degli strumenti di cui avranno bisogno.

Non ci è possibile vedere gli studenti collegati online per motivi di privacy, quindi è un problema sapere se effettivamente stanno partecipando. Per questo, ho sviluppato dei modi per scoprirlo. Provo ad interagire con loro il più possibile per coinvolgerli nel processo educativo. Chiedo anche agli studenti di tenere un diario, che controllerò alla fine dell’anno scolastico.

All’inizio, gli studenti volevano venire in classe tutti i giorni per poter vedere i loro amici, ma sembrano esseresi abituati in fretta. Alcuni studenti hanno trovato molto difficile imparare da casa e si distraggono facilmente. Non possiamo ripetere la lezione se si perdono qualcosa, perchè non avremmo il tempo di farlo. Abbiamo però formato alcuni gruppetti di recupero al pomeriggio per aiutare gli studenti con le domande che sorgono a seguito delle lezioni. Non è chissà quale novità, ma ci ha molto aiutati in questa situazione. 

Ho anche iniziato ad usare altri strumenti per supportare i miei studenti nell’apprendimento. Ad esempio, ho un account Instagram in cui presento le strutture grammaticali e un blog. Non possiamo fare pratica con lo speaking in classe per motivi di sicurezza, quindi uso FlipGrip per questo. Scrivo un’attività per gli studenti sull’app, loro si registrano da casa e mi mandano il video.

Cos’hai imparato da questo nuovo modo di lavorare e di cosa farai tesoro per il futuro?

Ho imparato molto su diversi strumenti per la valutazione online dei miei studenti e ho iniziato ad usare strumenti come i moduli digitali. Per quanto mi riguarda, questi strumenti rimarranno.

L’altra cosa di cui sono diventato più consapevole è l’aspetto emotivo dell’istruzione. Gli studenti devono sentirsi emotivamente stabili per poter imparare in modo efficace. Pandemia e lockdown causano tensioni nel mondo e credo che dobbiamo tenerlo sempre a mente se vogliamo che il processo educativo abbia successo. A volte i miei studenti mi scrivono di domenica mattina e cerco sempre di rispondere e di rassicurarli. Non è facile, perchè senti di non poterti mai scollegare del tutto, ma loro sanno che io ci sono sempre per loro e hanno bisogno di essere rassicurati, quindi faccio del mio meglio per rispondere subito.

Autore: Laura Sigworth Senior Product Marketing Manager, Cambridge University Press

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