I Cambridge Day 2022 si sono tenuti il 24 e il 25 novembre appena trascorsi, a Roma e a Milano. Ben Goldstein è uno delle relatori che hanno reso questa edizione speciale. Nella sua sessione “They Never Look Up From Their Phones” ha spiegato come trasformare la dipendenza degli adolescenti dai loro cellulari in un vantaggio per noi insegnanti, suggerendo qualche attività da svolgere utilizzando proprio questo strumento, ovviamente in modo mirato e controllato.
“Non si staccano mai da quello schermo!” probabilmente la maggior parte degli insegnanti può identificarsi con questa esclamazione. Sembra proprio che di questi tempi i nostri alunni in età adolescenziale abbiano solo occhi per i loro telefoni e siano in un perenne stato di distrazione a causa di essi. È per questo che l’uso dei cellulari in classe gode di una reputazione piuttosto bassa fra insegnanti e istituzioni educative. Io sono di diverso avviso. Proverò qui a riassumere quanto affrontato durante le mie sessioni ai recenti Cambridge Days svoltisi a Milano e Roma.
Se è vero che i cellulari sono così onnipresenti nella nostra vita di tutti i giorni, e le persone sono così dipendenti da essi, allora ho l’impressione che dovremmo sfruttare il più possibile la loro presenza a nostro vantaggio, piuttosto che restringerne o addirittura proibirne l’utilizzo in classe. Certamente, il loro utilizzo dev’essere gestito con attenzione. I cellulari non dovrebbero essere utilizzati tanto per il gusto di farlo, l’obiettivo dell’attività dev’essere chiaro e l’insegnante ha la responsabilità di riflettere su come il dispositivo la possa arricchire. Come spiega Nicky Hockly:
“Se i tuoi studenti prendono parte a un’attività ben strutturata e significativa, che richieda l’utilizzo di un dispositivo mobile, e se questo ha delle tempistiche e dei risultati chiari, allora è meno probabile che si distrarranno”1.
Ben Goldstein illustra un'attività per la classe da svolgere al cellulare. Cambridge Day, Roma, 24/11/2022
Il grande vantaggio dei cellulari è che sono intrinsecamente motivanti e personali. Abbiamo le nostre intere vite salvate su questi strumenti, attraverso foto, musica, video, messaggi e così via. Accedendo a questi contenuti, i nostri studenti possono immediatamente sentirsi motivati. Per questa ragione, quasi tutte le attività che ho mostrato durante la sessione erano basate su contenuti dal mio telefono personale, e agli insegnanti è stato chiesto di ponderare sulle connessioni personali che potevano fare a partire da quei contenuti.
Un altro importante vantaggio è che gli smartphone possono fungere da ponte fra l’aula e il mondo esterno. Gli studenti possono accedere ai propri dispositivi ovunque si trovino e questo porta con sé tantissime opportunità di apprendimento. Infatti, gli studenti possono avere un’esposizione talmente alta all’inglese, che potrebbero trovarsi a imparare in modo accidentale, senza essere consapevoli di stare imparando. Un progetto dal nome “The English Around Me” è stato mostrato come esempio di questo modo di imparare inconsapevole o informale, con studenti che facevano foto di cartelli in inglese nel luogo in cui vivono, per poi analizzarli nel contesto di uno studio etnografico.
Anche se la sessione si è concentrata sui vantaggi pedagogici dei telefoni cellulari, sul finale ho voluto aggiungere un punto più generale sulle cosiddette tecnologie educative (EdTech). È importante capire che queste tecnologie non sono trasformative di per sé, o che andranno necessariamente a cambiare la nostra metodologia. Una buona pedagogia è buona a prescindere dalle tecnologie impiegate. Gli strumenti digitali a nostra disposizione sono semplicemente strumenti diversi per trasmettere contenuti e il loro successo dipende dal contesto nel quale vengono usati, e se gli studenti e gli insegnanti sono motivati a usarli o meno.
Ho voluto enfatizzare questo aspetto perché gli insegnanti possono spesso sentirsi minacciati da discorsi secondo i quali ormai, grazie all’EdTech, gli studenti possono imparare da sé, senza bisogno della guida di un insegnante. Niente di più lontano dalla realtà: l’apprendimento linguistico ha sempre bisogno di un insegnante, non della tecnologia, per procedere verso il successo.
1Nicky Hockly, 50 Essentials for Using Learning Technologies, Cambridge 2021 (65)
Autore: Ben Goldstein – Insegnante, autore e teacher trainer
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