• 04/04/2024

The Cambridge Experience #26 − Governare il cambiamento per costruire il futuro della scuola

In questo appuntamento, abbiamo parlato con Assunta Compagnone (al centro nella foto), Dirigente Scolastica del Liceo Carducci di Nola (NA), premiato all’ultima edizione dei Preparation Centres Awards nella categoria “Digital Assessment”. Ogni anno, oltre 200 studenti, sui circa 1100 che frequentano la scuola, ottengono una certificazione Cambridge English. Dal 2023, la quasi totalità di questi studenti ha svolto l’esame in modalità computer-based, un traguardo ottenuto a seguito di grandi sforzi e grazie alla collaborazione con il Centro d’Esame Einsteinweb.

Il nostro è un Liceo Classico, negli ultimi 10 anni però si è però dotato di una sede distaccata di Liceo delle Scienze Umane, nel vicino paese di Casamarciano, che negli anni è cresciuto tantissimo e oggi conta più di 400 alunni, mentre la sede di Nola ne conta circa 700. I nostri studenti sono bravissimi. Da quando sono in questa scuola, cioè dal 2014, ho portato avanti il progetto Madrelingua Inglese, che avevo avviato più di 20 anni fa quando ero vicepreside che ho poi proseguito come dirigente scolastico. È un progetto che consente agli studenti di svolgere un’ora settimanale di lezione con insegnanti di madrelingua. Questo progetto si svolge tuttora in orario pomeridiano ed è fortemente inclusivo perché il costo è a carico della scuola e viene finanziato con un contributo volontario che le famiglie versano in fase d’iscrizione. Il progetto va molto bene, nel corso degli anni è stato esteso a tutte le classi e quest’anno ne abbiamo 47. Con il nostro progetto prevediamo di certificare un livello B1 Preliminary all’uscita dal biennio e una certificazione B2 First alla fine del quarto anno. Con grande soddisfazione abbiamo notato che molto spesso i nostri studenti partecipano per essere certificati a un livello, ma raggiungono quello superiore. Per questo l’anno scorso abbiamo anche sostenuto delle sessioni di livello C1 Advanced e C2 Proficiency.

In particolare il premio che avete ricevuto a Novembre riguardava in particolare gli esami computer-based e riflette l’importanza che come scuola date al digitale. Secondo lei si tratta di un’importanza limitata al vostro contesto scolastico o è qualcosa che riguarda il mondo della scuola e la società più in generale?

Per quanto riguarda le competenze linguistiche e quelle informatiche io sono stata una pioniera, nel senso che alla fine degli anni ’90 come vicepreside ero già responsabile di un centro di esaminazione per l’ICDL. Diciamo quindi che le certificazioni online le conosco da oltre un ventennio e hanno sempre funzionato molto bene. Il COVID in questo senso ha fatto sì che si compissero dei cambiamenti che probabilmente avrebbero impiegato almeno 10 o 15 anni per essere acquisiti del tutto. Gli stessi concorsi per le cattedre oggi vengono svolti in modalità computer-based, quindi è una modalità dalla quale non si torna più indietro. È una questione di economicità, di costi, di tempi, di accorciare le distanze. La validità della tecnologia poi va valutata caso per caso, ma per le certificazioni digitali di inglese è sicuramente valida. Le stesse prove INVALSI, che si sono da poco chiuse per gli studenti del quinto anno, sono tutte computer-based. Ormai tutte o quasi le prove che noi svolgiamo come scuola sono in questa modalità.

Oltre ai vantaggi a livello organizzativo per le scuole, ci sono anche dei vantaggi per lo studente che si trova ad affrontare una prova digitale rispetto a una cartacea?

Gli stili e le modalità di apprendimento sono completamente cambiati. Gli studenti nati fra il 2000 e il 2010 nascono immersi in questa tecnologia, per questo io penso che questo tipo di esami siano adeguati, non solo dal punto di vista organizzativo ma proprio da quello dell’approccio da parte dello studente. Noto che i nostri studenti, anche al di fuori della scuola, hanno altre modalità di formazione di carattere informale. Ad esempio accade con la musica: seguendo gli stili musicali loro arrivano a parlare molto bene l’inglese, quindi una tipologia di prova basata sull’ascolto testa lo stesso tipo di competenze.

In Italia però non sono tantissime le realtà come la vostra, che si sono avventurate in questo percorso virtuoso. In molte altre scuole invece c’è ancora il timore del digitale. Cosa direbbe a un’altra scuola che esita nell’adozione di queste tecnologie.

I processi e le trasformazioni vanno governati. Questi sono processi irreversibili e non possono quindi essere ignorati. Io sono laureata in matematica e ho insegnato matematica e fisica per tanti anni, poi sono entrata nei processi di digitalizzazione di diverse scuole e per mia inclinazione mi sono resa conto che è un po’ come il principio della termodinamica: non si torna più indietro, si può andare solo avanti e quindi il processo va governato.

Immagino però che abbia dovuto affrontare delle sfide non indifferenti per arrivare a questo punto

Io sto affrontando sfide da 40 anni! [ride, N.d.A.]


La premiazione del Liceo Carducci di Nola (NA) ai Preparation Centres Awards 2023-2024. Da sinistra: la Prof. Lucia Zarrelli, coordinatrice del Dipartimento di Lingue Straniere, e la Prof. Maria Rosaria Buono, referente Cambridge e del progetto Madrelingua.

In generale che impatto hanno avuto le certificazioni d’inglese sui vostri studenti?

Faccio una premessa: io ho un gruppo di docenti di inglese veramente molto competente e attento. Da circa 4 anni partecipiamo addirittura ai campionati di debate in inglese. Sostenere conversazioni su argomenti di attualità, in una lingua che non è la propria, non è assolutamente facile. Se i nostri studenti sono in grado di sostenere questa tipologia di competizione significa che hanno una preparazione e delle competenze che lo consentono. Sull’impatto delle certificazioni, noi abbiamo sempre tenuto a far sì che i nostri studenti fossero certificati con Cambridge. Il motivo è molto semplice: la nostra platea si iscrive ad università anche di un certo prestigio, e quindi ricerca livelli avanzati. Molte di queste di università non accettavano le certificazioni di altri enti certificatori, abbiamo scelto Cambridge perché è l’ente maggiormente riconosciuto. Abbiamo studenti che al primo di anno di università hanno già riconosciuti i crediti formativi ottenuti attraverso questo e altri percorsi di altre materie. Questo è motivo di grande vanto per la nostra scuola. Aggiungo anche che le prove sono sempre state svolte in maniera molto seria e rigorosa. Per questo prima parlavo di governare i processi e i cambiamenti: un esame digitale non significa avere il permesso di essere scorretti, bisogna essere altrettanto seri e rigorosi come se si trattasse di un esame cartaceo.

La vostra scuola ha altri progetti, in atto o in programma per il futuro, relativi alla lingua inglese?

Prima del COVID avevamo in essere tanti progetti Erasmus ed eravamo anche parte della rete eTwinning, poi ci siamo dovuti fermare. Purtroppo le possibilità sono tante ma il personale per seguire tutte le iniziative e attività è limitato. Sicuramente grazie al PNRR ci auguriamo di aumentare il livello delle certificazioni, consigliando agli studenti con un livello particolarmente alto di procedere al livello d’esame successivo. Poi li sentiamo parlare, cantare, recitare e dibattere benissimo in inglese, e questa per noi è veramente una grande soddisfazione.

Autore: Gabriele Scollo – Content Marketing Executive, Cambridge University Press & Assessment, Italy

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