• 24/03/2021

6 cose che ho imparato insegnando agli adolescenti - Parte 2

Nella prima parte di questo articolo, Herbert Puchta, autore di Herbert Puchta’s 101 Tips for Teaching Teenagers, ha condiviso con noi 3 segreti, frutto di 40 anni di insegnamento agli adolescenti. In questo articolo, ce ne rivela altri 3...

4. Occasionalmente, inserisci un po’ di leggerezza nelle tue lezioni

È stato dimostrato come ridere rafforzi il sistema immunitario, faccia bene al nostro sistema cardiovascolare e rilasci endorfine, smorzando lo stress.

Ma non tutti gli insegnanti sono comici nati! Possiamo imparare ad essere divertenti? Beh, se ce la sentiamo possiamo perlomeno provarci, e se lo facciamo senza metterci ansia, probabilmente riusciremo a strappare ai nostri studenti almeno un sorriso ogni tanto.

Come?

Ecco alcune strategie che hanno funzionato per me:

Se hai un aspetto sempre serio, prova a presentarti un giorno con un paio di occhiali da sole strani o con una maglietta con una frase ridicola. Noterai che sulle loro facce sarà apparso un sorriso, che può trasformarsi in qualche risata se riderai un po’ di te stesso con loro. 

Puoi anche raccontare una barzelletta, internet ne è pieno (ed alcuni sono davvero ottimi!). Se non la trovano divertente, allora puoi usare un po’ di autoironia, che solitamente gli adolescenti adorano. Ad esempio puoi dire: Aren’t I brilliant at telling jokes? Normally everybody rolls on the floor when I tell one!

Un’altra idea è quella di invitare gli studenti a preparare alcune barzellette per condividerle nella lezione successiva. Basteranno solo due o tre minuti, tempo ben speso!

5. Sii comprensivo e solidale, ma anche categorico e giusto

Tutti coloro che insegnano agli adolescenti sanno quanto possono essere difficili in certi momenti. I comportamenti provocatori o dirompenti, il linguaggio aggressivo, l’incapacità o la non volontà di prestare attenzione, la mancanza di continuità nel fare i compiti, problemi con l’uso dei cellulari durante la lezione, la lista potrebbe estendersi molto.

A proposito di evitare problemi con i cellulari in classe...

Prova queste strategie:

  • Introduci una regola generale sull’uso del telefonino. Ad esempio, gli studenti devono mettere il loro cellulare, chiaramente riconoscibile, in un contenitore, oppure metterli in modalità silenziosa, a meno che tu non permetta di usarli facendo un gesto, come quello di una persona che telefona.
  • Gli studenti possono utilizzare tranquillamente il timer sul loro cellulare quando, ad esempio, devono completare un esercizio di scrittura. Questo li aiuterà a rimanere più concentrati.
  • Incoraggia gli studenti a fare foto per aiutare la memorizzazione, ad esempio di un poster che hanno creato durante un lavoro di gruppo, parole che hai scritto sulla lavagna durante un momento di brainstorming, ecc. Possono anche disegnare su questi “appunti fotografici” come compito a casa.
  • Dai a due o tre studenti un compito di ricerca su qualcosa in cui si sono imbattuti e chiedi loro di presentarli di fronte alla classe.
  • Di tanto in tanto, dai agli studenti due o tre minuti per mandarsi un messaggio. Dì loro in anticipo che farai dei controlli casuali per accertarti che stiano rispettando questa regola, e che ogni violazione comporterà un divieto totale dell’uso del cellulare per un certo numero di lezioni.
  • Consiglia agli studenti di registrarti quando stai facendo cose come leggere un paragrafo di testo, così possono usare la registrazione come supporto durante i compiti a casa.
  • Fai produrre agli studenti delle brevi videointerviste, in inglese, con i compagni.

6. Sostienili nel loro cammino per diventare adulti responsabili

Alcuni studi mostrano come nell’adolescenza il sistema limbico (emotivo) si sviluppi più rapidamente della corteccia prefrontale (necessaria per il pensiero logico e critico). Questo può predisporli ad essere guidati dalle loro emozioni, disposti a correre rischi e ad agire senza pensare alle conseguenze.

Il neuroscienziato Jeff Hawkins sostiene che alla base dell’intelligenza umana c’è un sistema di “previsione di ricordi”. Se supportiamo gli studenti a svilupparlo, questo li aiuterà a rafforzare la loro corteccia prefrontale, e così impareranno a pensare in modo più razionale. Un modo di raggiungere questo obiettivo è quello di far svolgere loro regolarmente delle attività di previsione.

Prova queste strategie:

  • Elenca alcune faccende da sbrigare in classe e poi stimola gli studenti in discussioni basate sul “What if...?”. Ad esempio: 

(tu) – Somebody has to water the flowers regularly. What if they forget? –

(studenti) – The flowers will die quickly. –

(tu) – OK, what if they die quickly? – 

Se necessario, scrivi degli input sulla lavagna.

  • Porta all’attenzione degli studenti una tematica sociale o globale di attualità che non ha probabilità di toccarli personalmente. Condividi le tue previsioni sul come potrebbe evolvere la situazione, poi chiedi a loro di fare lo stesso, e di motivare il perché delle loro risposte.
  • Chiedi agli studenti di preparare domande “What if…?” al presente, passato e futuro. Ad esempio: “What if animals could talk – which one would be the rudest?”
  • Racconta una storia. Quando hai finito, dì agli studenti di chiederti domande basate su “What would happen if…?”. Se necessario, fornisci degli input. 
  • In una lezione consecutiva, racconta un’altra storia. Adesso è il tuo turno di fare domande agli studenti. Alla fine, dividili in piccoli gruppi o coppie affinché si raccontino le storie e si pongano domande a vicenda.

Autore: Herbert Puchta - Autore e teacher trainer

Ora guarda questo breve video in cui Herbert parla del suo libro e di come puoi motivare i tuoi studenti usando elementi di gamification.

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