Integrare la tecnologia nella didattica non è più una questione dibattuta. Oggigiorno, per la maggior parte degli studenti e degli insegnanti, la tecnologia non è solo una parte integrante della loro vita… È la loro vita! Anche nelle lezioni in presenza, usare un dizionario cartaceo o visitare la biblioteca di persona per fare ricerca è sempre meno frequente. In altre parole: gli studenti si aspettano la tecnologia in classe.
Con così tante opzioni a disposizione, può essere difficile selezionare le tecnologie da integrare, ma, come evidenziato da Carley Spence nel suo articolo, l’uso della tecnologia può portare grandi benefici. Comunque, resta la questione del come selezionare tecnologie che rafforzino davvero la pratica in classe.
Le scelte riguardanti l’integrazione della tecnologia dovrebbero basarsi sull’efficacia dell’esercitazione linguistica e sul come questa aiuta gli studenti ad avvicinarsi ai propri obiettivi didattici. Per questo, gli insegnanti devono innanzitutto capire cos’è e come ha luogo un apprendimento efficace. Non si tratta di una sfida facile, perché l’apprendimento è un processo complesso, influenzato da molti fattori.
Per porre la questione in modo semplice, ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, si creano nuove connessioni all’interno del nostro cervello. Si tratta quindi di creazione di ricordi (Zull, 2022). Sono tre i processi cognitivi essenziali nell’apprendimento linguistico: decodificare le informazioni, preservarle e rievocarle. Senza questi processi, sarebbe impossibile per uno studente riconoscere o utilizzare elementi linguistici nuovi. Per questo, gli insegnanti devono capire un paio di cose sul funzionamento del cervello, per essere in grado di offrire esperienze didattiche efficaci.
L’obiettivo dell’insegnamento linguistico è fare in modo che gli studenti apprendano la lingua e la usino. Negli anni, le scienze cognitive e la psicologia cognitiva hanno scoperto alcuni principi universali che supportano una pratica efficace. Entrambi i campi di studio fanno riferimento al “cervello pensante” – i processi che la nostra mente attraversa nel tentativo di dare un senso al mondo. Questi principi, basati sull’evidenza, possono guidare gli insegnanti nel fare scelte consapevoli sulla tecnologia, in modo che questa porti a un apprendimento più efficace.
Al centro di queste teorie c’è la convinzione che la ripetizione di informazioni appena apprese, in questo caso linguistiche, sia cruciale per permettere all’apprendimento di aver luogo (Carey, 2014), ma rileggere e sottolineare non è efficace. Esploriamo invece i principi di una pratica efficace e di come un uso ottimale della tecnologia può rispettarli.
Invece di ricordare la grammatica o il lessico attraverso la rilettura e la sottolineatura, è più efficace per il nostro cervello fare dei piccoli test. Assicurati che i tuoi studenti sappiano che questi test sono più simili a dei piccoli quiz che delle verifiche, e che verranno solo usati come strumento di apprendimento, altrimenti si potrebbero preoccupare.
Ebbinghaus ha mostrato nel 1885 che dimenticare è una parte importante dell’imparare. Quando le attività di revisione vengono distribuite, il cervello deve sforzarsi maggiormente per ricordare gli elementi linguistici studiati un po’ di tempo addietro. Questa viene chiamata “difficoltà desiderabile” (Björk, 1988). Inizialmente, gli studenti potrebbero non percepire come più efficace la pratica distribuita, ma aiuterà a rafforzare i percorsi nel loro cervello e, nel tempo, quanto appreso diventerà man mano più facile da ricordare.
Il livello di apprendimento degli studenti migliora quando hanno bisogno di comunicare ciò che hanno imparato con parole proprie. Ad esempio, possono spiegare come si sono approcciati a un’attività, come sono arrivati a una certa risposta o autovalutare il processo. L’elaborazione consiste anche nel fare collegamenti fra informazioni vecchie e nuove, ad esempio fra l’inglese e la lingua madre, o fra diversi concetti in una lezione CLIL.
Esercitarsi su un solo argomento per un tempo prolungato può essere noioso e condurre all’illusione di conoscerlo a fondo. Variare la pratica in modo strutturato permette di dimenticare e crea delle difficoltà desiderabili. Ma bisogna essere sistematici, non variare troppo spesso e, quando si insegna la pronuncia, adottare la pratica dell’interleaving non è una buona idea. Nel campo dell’apprendimento linguistico questo principio dev’essere approfondito ulteriormente, ma abbiamo comunque alcune idee generali.
Un principio finale che è importante tenere in mente quando scegliamo le tecnologie da usare in classe è la teoria del carico cognitivo (CLT) di Sweller. Dare agli studenti del lavoro da fare su una moltitudine di app con cui non hanno familiarità può essere stressante. Quando la nostra limitata memoria di lavoro viene sovraccaricata, lo spazio per l’apprendimento si riduce. Qualsiasi tecnologia deciderai di usare nella tua classe per potenziare la pratica, non dimenticarti di mantenere un approccio semplice. “Less is more” per davvero!
Autrice: Anna Hasper – Specialista ELT e autrice di materiali
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