In questo appuntamento della serie Cambridge Experience, abbiamo fatto una chiacchierata con Alfonso Filippone, che divide la sua attività fra quella di docente a contratto per corsi di inglese scientifico e metodologia della ricerca all’Università degli Studi di Foggia; quella di dottorando in “Digital Transformation” presso Unipegaso e quella di insegnante di tecnologia in CLIL e referente per le certificazioni Cambridge all’Istituto Comprensivo Foscolo-Gabelli di Foggia, premiato all’ultima edizione dei Preparation Centres Awards nella categoria “Inspiring Cambridge Story”. Sono stati proprio questi molteplici ruoli a portare Alfonso a ideare un progetto all’apparenza impossibile per dei ragazzi di scuola media, che è valso il premio.
Iniziamo con qualche parola sulla scuola che è stata premiata
L’Istituto Comprensivo Foscolo-Gabelli conta circa 1200 studenti, di cui 880 frequentano la scuola media. La scuola è impostata sulla metodologia DADA (Didattica per Ambienti Di Apprendimento), questo significa che la classe non ha una propria aula, ma ogni ambiente è dedicato a una diversa disciplina e al cambio dell’ora i ragazzi si spostano fra i diversi ambienti. La scuola punta alla valorizzazione dei talenti e uno di questi è proprio il talento linguistico. Siamo partiti un po’ per gioco sei anni fa con i corsi Young Learners, con un’ottantina di ragazzi, per arrivare oggi a 350 corsisti su tutti i livelli, partendo da A1 Movers, passando per A2 Key for Schools, B1 Preliminary for Schools, B2 First e, da quest’anno, anche il C1 Advanced.
L’esame C1 Advanced in una scuola media? Com’è possibile?
Mentre inizialmente i corsi di preparazione erano riservati agli studenti, quegli studenti poi hanno continuato a frequentare i corsi anche una volta lasciata la scuola, che è ormai diventata un Centro di Preparazione aperto a tutta la città. Abbiamo quindi sia ex studenti della scuola, che ora frequentano le superiori, sia esterni, fra cui adulti e docenti di altre scuole. Ovviamente questo ha comportato una riorganizzazione dell’insegnamento, con la partecipazione del docente madrelingua che viene dal Centro d’Esame. Siamo ormai arrivati ad avere circa 15 corsi ogni settimana.
In un contesto simile, immagino che la collaborazione con il Centro d’Esame ALI (Academia Lingüística Internacional) di Barletta si estenda ben oltre la sola organizzazione delle sessioni d’esame.
Assolutamente, il contatto con il Centro è costante. Sia per l’organizzazione dei corsi che per la gestione di tutto nel suo complesso. Del resto, i numeri aumentano considerevolmente di anno in anno, basti pensare che siamo passati da 250 corsisti dell’anno scorso ai 350 attuali.
Adesso passiamo al motivo che vi ha portati quest’anno ad essere premiati ai Preparation Centres Awards nella categoria Inspiring Cambridge Story
È nato tutto come esperimento. Siamo partiti dalle competenze che i ragazzi acquisivano tramite i corsi di preparazione. Sfruttando un protocollo d’intesa fra la scuola e l’Università di Foggia, e in particolare con il Dipartimento di Scienze degli Alimenti e il laboratorio di microbiologia applicata, il cui referente è il Prof. Bevilacqua, abbiamo proposto ai ragazzi delle classi terze la partecipazione a un percorso volontario di avvicinamento alla ricerca scientifica, attraverso la stesura di un paper scientifico in inglese. Il percorso combinava quindi l’acquisizione dell’inglese scientifico e la comprensione della metodologia della ricerca per essere dei “piccoli ricercatori”, tant’è che il progetto ha quindi preso il nome di “microbiology scientists”. Questo esperimento è diventato realtà e il risultato è stato una ricerca scientifica sul mondo della probiotica, studiando la letteratura presente a livello internazionale, scontrandosi quindi con i paper scientifici. Gli studenti hanno quindi imparato cos’è un’introduzione, cosa sono i materiali e i metodi per condurre una ricerca, come elaborare dati e risultati e infine come scrivere un paper. Uno degli argomenti è stato quello dell’importanza dell’analisi sensoriale, quindi i ragazzi hanno implementato da zero una ricerca basata sullo studio dell’analisi sensoriale degli yogurt commercializzati a livello locale, impostando un panel test, studiando gli interessi dei ragazzi della loro fascia d’età. I risultati sono stati elaborati ed è stato scritto un paper che è stato inviato alla 4th International Electronic Conference on Food che ha avuto luogo ad ottobre 2023. Il lavoro, dal titolo A Pilot Study on Sensory Evaluation of Commercial Yogurt Products by Italian School Pupils, è stato pubblicato su Biology and Life Sciences Forum, una rivista internazionale ad alto impatto, dove compaiono i nomi dei ragazzi. Questa è stata quindi un’intuizione che ha portato a fare un’esperienza analoga a quella dei ricercatori a livello universitario.
La premiazione dei Preparation Centres Awards 2023-2024. Da sinistra: Fulvia Ruggiero (Dirigente Scolastica dell'IC Foscolo-Gabelli), il Prof. Alfonso Filippone, Angelica Miguens (Centre Exam Manager di ALI) e Nick Beer (Italy Director, Cambridge University Press & Assessment).
Possiamo affermare che nessuno studente della scuola media ha mai avuto un’opportunità di questo tipo?
È stata una cosa completamente nuova, tant’è che il metodo è stato poi strutturato ed insieme al Prof. Bevilacqua abbiamo poi scritto un ulteriore paper, questa volta su una rivista pedagogica, in cui è stato illustrato il risvolto pedagogico di questo tipo di lavoro, mirato alla valorizzazione del talento e alla divulgazione delle competenze scientifiche. È ovvio che i ragazzi hanno avuto alle spalle almeno 4 anni di percorso Cambridge, con molti dei ragazzi che hanno iniziato in quinta elementare con i corsi Pre A1 Starters per poi arrivare ad un A2 Key for Schools o ad un B1 Preliminary for Schools, seguito durante il progetto di microbiologia. Partendo dalle loro competenze, hanno quindi sviluppato competenze nuove, come la conoscenza dell’inglese scientifico e l’applicazione del sapere linguistico alla metodologia della ricerca.
Diceva che questo progetto è stato facoltativo: ma per partecipare era necessario aver raggiunto un livello minimo d’inglese?
No, non abbiamo puntato sulla competenza acquisita, ma sulla valorizzazione del talento. I ragazzi hanno iniziato questo percorso liberamente, perché l’obiettivo ultimo era quello di creare un ambiente scolastico di benessere, dove costruire competenze come la felicità di stare a scuola. Doveva quindi emergere il loro desiderio, indipendentemente dal livello, anche perché altrimenti soltanto i bravi andrebbero avanti, invece in questo caso si è puntato sul fare andare avanti chi voleva farlo. Le eventuali difficoltà linguistiche sono state limate. Poi del resto non si finisce mai di imparare, si può essere studenti a vita, quindi sarebbe stato assurdo far partecipare solo ragazzi che avevano competenze molto alte.
Come Cambridge, riscontriamo che spesso le scuole medie hanno difficoltà a inserire le certificazioni nel proprio percorso formativo e a proporle agli studenti, forse complice il fatto che i ragazzi sono già molto impegnati con le prove INVALSI e con l’Esame di Stato. Cosa vorrebbe dire a quelle scuole che stanno considerando di intraprendere questo tipo di percorso, e magari sono indecise a riguardo?
Assolutamente ne vale la pena e va fatto. L’Italia è un po’ indietro rispetto allo studio dell’inglese. Dobbiamo innovare la modalità didattica della lingua, soprattutto nella secondaria di primo grado. Non possiamo limitarci a seguire il libro di testo come siamo stati abituati, ma bisogna arricchire il tutto con strumenti e metodologie che permettano di sviluppare le competenze richieste dal Quadro Comunitario Europeo. Non possiamo continuare a strutturare le cose come ci chiede l’INVALSI, che paradossalmente spesso richiede competenze che all’interno dei curricola non sono rispettate. Certo, questo passa dal desiderio dell’insegnante di innovarsi, ma io non credo che sia difficile. Come sempre, la novità implica tempo e voglia di mettersi in gioco. Questo a volte spaventa e si cerca di restare sul “si è sempre fatto così”. Io credo che la scuola odierna dovrebbe smettere di ragionare così, per iniziare invece a leggere i bisogni che ci sono nella società odierna e cercare rispondere a questi bisogni trovando degli strumenti adatti a raggiungere degli obiettivi, come quello di far diventare i nostri studenti cittadini del mondo. L’inglese è la lingua che nel mondo accomuna lavoro, passioni, relazioni, e quindi non si può prescindere da un certo tipo di apprendimento della lingua.
Autore: Gabriele Scollo – Content Marketing Executive, Cambridge University Press & Assessment, Italy
Se ti è piacuto questo articolo potrebbero essere interessanti anche questi!