In questo nuovo appuntamento della serie Cambridge Experience intervistiamo Fabiola Galli, docente di inglese e responsabile per le certificazioni al Collegio Ballerini di Seregno (MB), scuola premiata all’ultima edizione dei Preparation Centres Awards, nella categoria “Inspiring Cambridge Story”, che premia le scuole che hanno condiviso con noi le esperienze più uniche e in linea con la mission di Cambridge: quella di diffondere la conoscenza, la curiosità e la comprensione reciproca in tutto il mondo.
Iniziamo con una breve presentazione, di lei e della sua scuola.
La nostra è una scuola paritaria, che conta circa 700 studenti e comprende primaria e secondaria di primo e secondo grado. Io insegno nel liceo, ma sono coordinatrice del percorso di inglese per tutti i gradi di scuola. Di questi studenti circa 150-200 si iscrivono agli esami Cambridge English ogni anno.
Questo novembre siete stati premiati ai nostri Preparation Centres Awards, vuole raccontarci la storia che vi ha portato a questo traguardo?
Quest’anno si potevano fare le autocandidature e il centro d’esame International House Milano mi ha segnalato la cosa. Guardando, ho visto che c’erano diverse categorie e a me sembrava di avere una storia interessante, quindi ho partecipato alla categoria “Inspiring Cambridge Story”. La storia che ho raccontato potrebbe avere come titolo “Give back”, con uno sguardo un po’ al mondo anglosassone, dove chi riceve tanto dalla scuola poi dà qualche contributo indietro. Da una decina di anni ho formato un gruppo che chiamo “my Cambridge team”, formato da quegli studenti che in passato hanno frequentato la nostra scuola e sostenuto a loro volta gli esami, e adesso aiutano durante la sessione d'esame per permettere ai candidati attuali di sentirsi in un ambiente più tranquillo e accogliente. Come mi hanno insegnato Cambridge e il centro International House, per noi è fondamentale creare un ambiente che sia sempre piacevole per i ragazzi che vengono a fare l’esame, soprattutto per i più piccoli, ma anche per i più grandi. D’altronde, andare in una scuola a sostenere un esame per la prima volta può mettere in agitazione. Per questo abbiamo creato questo team ed è una bella storia perchè questi ragazzi lo fanno con passione. Qualcuno è diventato avvocato, c’è l’assistente dell’Amministratore Delegato di una grande azienda, insomma: ragazzi che hanno fatto la propria strada nel mondo ma si sentono sempre legati alla loro scuola di origine e quindi mettono a disposizione il proprio tempo e la loro esperienza.
È una storia molto bella. Questo significa che sono tanti anni che proponete le certificazioni Cambridge English. Come è cominciato questo percorso per la scuola?
La memoria non mi aiuta, ma sicuramente sono almeno 15 o 16 anni che abbiamo iniziato questo percorso. Io come insegnante di lingua ho sempre accompagnato i miei ragazzi perchè ho sempre pensato che avere una valutazione esterna oltre a quella della scuola fosse fondamentale. Avere un obiettivo per il quale studiare, come un esame da sostenere, permette ai ragazzi di mettersi in gioco di più e soprattutto a noi insegnanti di sviluppare equamente le quattro skills. Spesso ci si focalizza di più sulla lingua scritta, invece tutte le certificazioni a tutti i livelli danno uguale peso alle varie competenze, e questo è qualcosa di molto sentito fra tutti gli insegnanti che fanno con me questo percorso. All’inizio mi limitavo a far svolgere gli esami ai nostri studenti, successivamente mi è stato chiesto di diventare esaminatrice (anche se ovviamente non esamino i miei studenti) e questo mi permette di mettere assieme tutti i tasselli di questa esperienza. Oggi la nostra scuola ospita sessioni d’esame sia per i nostri studenti, che per studenti di altre scuole nella provincia di Monza e Brianza.
Per quanto riguarda la vostra comunità scolastica, qual è l’impatto che hanno avuto le certificazioni Cambridge in questi anni? Mi parlava prima di alcuni ex studenti che hanno fatto percorsi importanti, le certificazioni hanno dato una buona “spinta” in questo senso?
Iniziano un po’ per gioco, soprattutto per desiderio dei genitori, che talvolta sono più ambiziosi dei loro figli – lo vedo in particolare con i più piccoli – e li spingono a fare questa esperienza. Noi cerchiamo di presentare le certificazioni Young Learners sotto forma di gioco, dato che come risultato vengono dati degli scudi come punteggio e non si può non passare l’esame, cosa che dà un’ottima gratificazione. Quando diventano più grandi sono loro stessi a sentire la necessità di continuare, perché c’è chi vuole fare l’università all’estero, chi vuole frequentare un corso di laurea in inglese in Italia, o semplicemente deve presentare una certificazione linguistica. Man mano che crescono sono quindi gli stessi ragazzi a rendersi conto che sapere l’inglese bene e avere una qualifica è un vantaggio importante. La nostra scuola fa tutto il percorso fino al livello C1 Advanced, tendenzialmente alla fine delle elementari fanno Young Learners, alla fine della seconda media hanno l’esame A2 Key for Schools, la maggior parte fa il B1 Preliminary for Schools in terza media o durante il biennio, e poi al triennio B2 First e C1 Advanced.
La scuola offre esami digitali o pensa di proporli in futuro?
Ci stiamo pensando. Io lavoro sia con il digitale che con il cartaceo. I nostri studenti sono tutti muniti di tablet, da regolamento scolastico, ma osservo che i ragazzi hanno ancora difficoltà con la parte di Reading, mentre trovano notevoli vantaggi con il Writing e il Listening. Comunque il futuro sarà sicuramente quello, un po’ perché dobbiamo essere “environmentally friendly” ed evitare lo spreco di carta, un po’ per la gestione più semplice e il fatto che i risultati arrivano prima.
Quali sono i progetti futuri della scuola, in particolare negli ambiti della lingua inglese e dell’internazionalizzazione?
Come scuola abbiamo iniziato un percorso bilingue con 15 ore di lezione in inglese. Poi abbiamo diversi progetti di scambio: attualmente due insegnanti sono all’estero per un progetto Erasmus+, mentre per gli studenti abbiamo dei programmi di work experience all’estero dove possono lavorare, ad esempio come guide turistiche o nei charity shop. In alternativa, possono fare dei percorsi di approfondimento linguistico con soggiorni in famiglia o in college in località nel Regno Unito o negli USA. Quest’anno abbiamo anche lanciato un soggiorno a Dubai che ha avuto una buona partecipazione. Diamo anche la possibilità di fare il quarto anno all’estero, l’anno scorso in una classe abbiamo raggiunto il 20% degli studenti che hanno aderito, facendo 3 o 6 mesi. Quest’anno poi alcuni studenti andranno a fare l’esperienza dell’IMUN – simulazione delle Nazioni Unite. Quasi tutte queste esperienze richiedono la certificazione linguistica. L’idea è quella di essere una scuola sempre più aperta a questo tipo di progetti e, anche quando facciamo le presentazioni con i genitori, Cambridge è un ottimo biglietto da visita in tal senso. Noi insistiamo molto su questo aspetto perché a volte arrivano alle superiori degli studenti da una scuola media, dicendo di aver già ottenuto una certificazione di livello C1 con un altro ente certificatore, ma abbiamo constatato che il livello C1 di Cambridge non ha niente a che vedere con quello di altri. Un’altra novità da menzionare è che da quest’anno abbiamo aderito al progetto Linguaskill per l’alberghiero, che è una nostra sede distaccata con circa 200 studenti, che non ha mai svolto certificazioni linguistiche. Questo test ci sembra particolarmente indicato per questo tipo di realtà.
Un’offerta davvero impressionante! Non mi sorprende che i vostri ex studenti si sentano così legati alla vostra scuola, al punto da voler “restituire” qualcosa. Grazie per questa chiacchierata e buon lavoro!
Autore: Gabriele Scollo – Content Marketing Executive, Cambridge University Press & Assessment, Italy
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